domenica 18 maggio 2008

I protagonisti della battaglia (di Cristina Bagarotto)

Ho cercato di mettere un po’ di ordine al contenuto dell’inchiesta del Provveditore di Salò:
i sei morti appartengono tutti al comune di Tignale e rispettivamente alle terre di:
Andrea Antonietto detto il Baratto di Prebion, Alovise Dal Lago di Oldese, Giacomo Gramolo quondam Giacomin capo di Prebion, Gasper del quondam Domenego Dall’Ho detto Colos di Aer , Giovan Battista Roncetto di Gardola, Zan Antonio Roncetto di Oldes. Fra loro c’è il notaio di Gardola e il capo dei soldati di Prebion. Non sono riuscita a identificare tra i sei capi della lista dei soldati di Tignale [(Paresino Paresini (Gardola), Olzano Roncetto (Piover), Giacomo Comino (Prebion), Zuane Ceruto (Aer), Antonio Tonone (Oldes), Giacomo di Paoli (Olzano)] un altro nome che possa essere identificato con quelli dell’inchiesta. Tra gli altri interrogati che erano presenti allo scontro, sono riconoscibili nella lista dei soldati: Bernardo Zuanmaria Mandina e Mathe Dell’Avanzo (Gardola), Agnolin quondam Zuan Pas (Piover), Antonio Bertolaso da Aer.
Dunque sembra che tutte le terre di Tignale parteciparono allo scontro, ma Prebion, Gardola e Piover probabilmente vi presero parte per prime. E questo si spiega sia perché lo scontro era iniziato proprio a Gardola dove Zanzanù si era recato per prelevare Zunne Cavaliero, sia per la posizione strategica di queste terre poste al confine dei territori arciducali e perciò particolarmente allertate e armate durante la guerra di Gradisca (v. relazione del Provveditore Badoer del 29 luglio 1617 in Contorni – parte terza).
Ma c’è qualcosa che merita qualche riflessione nel contenuto del dispaccio del Provveditore Badoer ai Capi del Consiglio dei Dieci del 4 ottobre 1617 (2.1). Egli infatti si era recato in quei luoghi (aveva alloggiato proprio a Gardola) “Pensai perciò con ogni spirito alla distruttione di costui et col mezo di spie, promesse et donni procurare intender li andamenti suoi. Onde, saputosi che era in Riviera per essequire qualche diabolico suo pensiero, rissolsi, con occasione di riveder alcuni passi superiori alli confini, andar in persona a dar tutti quelli ordini et instruttioni a quei communi alli quali, per le cognitioni che havevo dovea capitare, stimavo necessarie.Per il che, feci chiamare li capi delle genti armate et li consoli dei communi…”. Da queste sue parole prende corpo, a mio parere, l’ipotesi che fosse stato organizzato un agguato nei confronti di Zanzanù, un vero e proprio piano d’attacco. E questo potrebbe anche spiegare come qualcuno a conoscenza di questo piano (qualcuno tra i capi dei soldati? erano costoro infatti i primi ad essere informati) avesse potuto formare quella “quinta colonna” dei fautori di Zanzanù che forse avevano prestato aiuto ai banditi durante la battaglia.
Ovviamente tutto è ancora da dimostrare.
Ciao a tutti.