domenica 18 maggio 2008

I protagonisti della battaglia, di Alessandro Tassan Got

Ancora non ho ben capito chi siano i veri protagonisti della vicenda e chi avrebbe aiutato Zanzanù per questo volevo sottoporvi alcuni problemi che non ho risolto.

Nell’interrogatorio (13.4) del vicario Bartolomio Cavalliero, nonché fratello del rapito, il provveditore chiede notizia di un certo Gasper del quondam Domenego dall’Ho ma poi entrambi sembrano dimenticarsene, io non l’ho più ritrovato… è morto, ferito? Nello stesso interrogatorio entrambi sembrano fare confusione su Andrea Busato e Andrea Antonietto detto il Baratto (che tra l’altro ha 80 anni), sono la stessa persona? Quindi i morti tra gli inseguitori quanti sono? I quattro Giovan Antonio Brachetta, il Coloso, Giacomo Gramolo il capo, Alovise del Lago e chi altro?

Inoltre chi avrebbe ucciso il nostro bandito? Gierolamo Gasperini che consegnerà la pistola di Zanzanù il 2 settembre non viene citato tra i presenti all’uccisione del bandito, anzi chi prende la pistola è Antonio de Franceschino Bertolasio di Aer detto Toni Ton che era un capo, e la consegna in seguito a Gasperini (cugino del figlio di Coloso). Nell’ultimo assalto insieme a Antonio de Francechino c’è anche un Ferraro e proprio loro negli interrogatori vengono indicati come coloro che hanno preso le armi ai banditi…

Altro problema: non ho trovato tra la lista dei soldati Alovise del Lago, ma la cosa che mi ha colpito è la sua ferita: è stato colpito ad una natica e il proiettile gli è uscito dalla pancia quindi la traiettoria dovrebbe essere dal basso verso l’alto, i banditi si trovavano ancora in una posizione superiore rispetto agli attaccanti, dunque o è stato colpito per errore oppure con intenzionalità dai suoi compagni. Altra ferita che mi ha incuriosito è quella alla tempia di Giacomo Gramolo de Prebion, il “chiappo”, viene colpito durante l’attacco con il carro, ovviamente ciò non vuol dire niente data la confusione della scena, ma è strano che durante un attacco frontale uno venga colpito alla tempia di lato dunque, nel ex voto in questa ultima fase tra l’altro si vedono delle persone che stanno sopra gli attaccanti con il carro…

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5 "I protagonisti della battaglia, di Alessandro Tassan Got"

  1. claudio povolo said:

    12/05/2008, at 17:43 [ Replica ]

    Rispondo a Cristina: mi sembra che la sua ricostruzione sia esatta. L'equivoco tra cinque e sei dipende, come si giustificherà il vicario di Tignale, dal fatto che alcuni erano inizialmente feriti. Ma il problema centrale è: costoro che ruolo avevano nelle varie terre di Tignale? Non vi sembra poi che alcune terre partecipino di più alla battaglia? Anche, forse ma non solo, per la dislocazione geografica?

  2. cristina bagarotto said: I protagonisti

    09/05/2008, at 19:53 [ Replica ]

    Vi ringrazio intanto per aver aperto la strada. Allora ricapitolando mi sembra che i morti tra gli attaccanti dovrebbero essere sei e non cinque:

    1) Andrea Antonietto o Busato (13.4) o Antoniazzo (al 13.7) detto il Baratto

    2) mastro Alovise (o Alvise) Dal Lago habita a Oldese, sul comun de Tignale (12)

    3) Giacomo Gramolo quondam Giacomin (o Comin) capo della terra di Prabion (17)

    4) Gasper del quondam Domenego Dall’Ho [anche nominato Colos (13.10, 18.1); Coloso (13.1, 13.4, 17, 18.2,18.11); Andrea Coloso e Coloso de Andrea de Aer (13.8); Zan Coloso (18.9)].

    5) Giovan (o Zan) Battista Zan Battista Roncetto nodaro (13.1).

    6) Zan Antonio Roncetto di Oldes cognominato Brochetta (13.5)

    Per quanto riguarda invece quel Bartholomio Baloloso, nominato nell’interrogatorio 13.10, dovrebbe trattarsi del Coloso considerato i contesti “fu veduto in mezo loro morto quel Bartholomio Baloloso, che l’havevano lì appresso loro tutto fiocazzato con ferite terribili… fu da loro ammazzato la mattina che veniva da segare et haveva la ranza a spalle” (13.10), e per il Coloso “perché il Coloso fu morto che veniva giù per un sentiero…(13.4).

    Anche secondo me i Roncetto dovrebbero essere due, tuttavia mi chiedo perché durante l’inchiesta gli inquirenti ne elencavano sempre solo cinque: non si erano accorti del sesto?

    Ciao a tutti

  3. claudio povolo said: Toni Ton

    09/05/2008, at 19:17 [ Replica ]

    In attesa di intervenire sul tema della battaglia finale e sul probabile uccisore di Zanzanù, vorrei solo precisare che Toni Ton (che pure compare nel fascicolo) è di Oldesio e non è, dunque, Antonio Bertolaso di Aer che compare nella lista dei soldati di Tignale probabilmente con un patronimico diverso.

  4. Alessandro TAssan Got said:

    09/05/2008, at 10:19 [ Replica ]

    Ciao, secondo me Giovan Battista di Roncetti (o Concetto) e Zan Antonio Roncetto di Oldes cognominato Brochetta, sono due persone diverse, infatti il primo è il notaio di Tignale e viene interrogato anche se ferito il 24 agosto, mentre del secondo sappiamo dall'interrogatorio alla moglie Armelina (13.5) che è morto il giorno stesso dello scontro... onestamenrte per l'identificazione del Coloso non saprei.

    Volevo poi fare una domanda tecnica, per queste questioni ancora non definite è meglio continuare come stiamo facendo oppure è meglio che ci confrontiamo sul blog?

  5. Giancarlo Molani said: I protagonisti della battaglia

    09/05/2008, at 10:17 [ Replica ]

    Dunque, secondo me i morti sono i seguenti:
    1) Giacomo quondam Giacomin (Comin) Gramolo da Prebion, detto il capo.
    2) Andrea Antonietto ( ma anche Busato)detto il Baratto di 80 anni.

    3) Alovise Dal Lago
    4) Gasper del quondam Domenego dall’Ho, detto il Coloso
    5) G. Battista (o Z.Antonio) Concetto detto il Brocchetta, nodaro di Oldes.
    Come si vede, vengono chiamati in diversi modi quindi non è facile esserne sicuri ma mi pare siano i più probabili. Per quanto riguarda la pistola di Zanzanù, mi pare che sia stata presa da Tone Ton, mentre Antonio Bertolaso dovrebbe aver preso la pistola del Furlanello e la avrebbe subito data a Gerolamo Gasparini. Ho comunque gli stessi dubbi di Alessandro e quindi attendo anch’io conferma. Ciao a tutti

3 commenti:

cristina bagarotto ha detto...

Ho cercato di mettere un po’ di ordine al contenuto dell’inchiesta del Provveditore di Salò:
i sei morti appartengono tutti al comune di Tignale e rispettivamente alle terre di:
Andrea Antonietto detto il Baratto di Prebion, Alovise Dal Lago di Oldese, Giacomo Gramolo quondam Giacomin capo di Prebion, Gasper del quondam Domenego Dall’Ho detto Colos di Aer , Giovan Battista Roncetto di Gardola, Zan Antonio Roncetto di Oldes. Fra loro c’è il notaio di Gardola e il capo dei soldati di Prebion. Non sono riuscita a identificare tra i sei capi della lista dei soldati di Tignale [(Paresino Paresini (Gardola), Olzano Roncetto (Piover), Giacomo Comino (Prebion), Zuane Ceruto (Aer), Antonio Tonone (Oldes), Giacomo di Paoli (Olzano)] un altro nome che possa essere identificato con quelli dell’inchiesta. Tra gli altri interrogati che erano presenti allo scontro, sono riconoscibili nella lista dei soldati: Bernardo Zuanmaria Mandina e Mathe Dell’Avanzo (Gardola), Agnolin quondam Zuan Pas (Piover), Antonio Bertolaso da Aer.
Dunque sembra che tutte le terre di Tignale parteciparono allo scontro, ma Prebion, Gardola e Piover probabilmente vi presero parte per prime. E questo si spiega sia perché lo scontro era iniziato proprio a Gardola dove Zanzanù si era recato per prelevare Zunne Cavaliero, sia per la posizione strategica di queste terre poste al confine dei territori arciducali e perciò particolarmente allertate e armate durante la guerra di Gradisca (v. relazione del Provveditore Badoer del 29 luglio 1617 in Contorni – parte terza).
Ma c’è qualcosa che merita qualche riflessione nel contenuto del dispaccio del Provveditore Badoer ai Capi del Consiglio dei Dieci del 4 ottobre 1617 (2.1). Egli infatti si era recato in quei luoghi (aveva alloggiato proprio a Gardola) “Pensai perciò con ogni spirito alla distruttione di costui et col mezo di spie, promesse et donni procurare intender li andamenti suoi. Onde, saputosi che era in Riviera per essequire qualche diabolico suo pensiero, rissolsi, con occasione di riveder alcuni passi superiori alli confini, andar in persona a dar tutti quelli ordini et instruttioni a quei communi alli quali, per le cognitioni che havevo dovea capitare, stimavo necessarie.Per il che, feci chiamare li capi delle genti armate et li consoli dei communi…”. Da queste sue parole prende corpo, a mio parere, l’ipotesi che fosse stato organizzato un agguato nei confronti di Zanzanù, un vero e proprio piano d’attacco. E questo potrebbe anche spiegare come qualcuno a conoscenza di questo piano (qualcuno tra i capi dei soldati? erano costoro infatti i primi ad essere informati) avesse potuto formare quella “quinta colonna” dei fautori di Zanzanù che forse avevano prestato aiuto ai banditi durante la battaglia.
Ovviamente tutto è ancora da dimostrare.
Ciao a tutti.

cristina bagarotto ha detto...

Stavo osservando la carta della Valle della Monile del 1916 e mi chiedevo quale fosse effettivamente in km la distanza fra le Terre di Tignale: Piovere, Gardola e Oldese, ed eventualmente le altre. Sembrano relativamente vicine, ma forse non era così. E questo perché stavo cercando di capire dalle testimonianze se qualcuno fosse stato ucciso o ferito durante il primo scontro alle prime ore del giorno (non lo scontro finale avvenuto otto ore più tardi, nel quale tutti gli abitanti avevano potuto raggiungere il luogo della battaglia), e se tra questi ci fosse qualcuno che abitava troppo lontano per trovarsi nel posto dove c’erano Zanzanù e i compagni (avevano prelevato il Cavaliere a Gardola e si stavano avviando verso i monti al confine con Trentino). In questo caso si potrebbe ipotizzare che fossero lì per aiutare i banditi in attesa dello scontro.
Non se qualcuno può aiutarmi (non so neanche se può essere utile questa mia ricostruzione).
Ciao a tutti

Piergiovanni Mometto ha detto...

Gardola e Olzano distano poche centinaia di metri di metri. Aer dista da Gardola 1,5 km. Più lontane Prebione (3 km circa a nord di Gardola) e Piovere (3 km circa verso sud. Comunque a breve pubblicheremo un documento (che racconta la successione degli avvenimenti) che potrebbe aiutarci a ricostruire meglio il ruolo delle singole comunità.